La dimensione ecclesiale della fede in Henri de Lubac e Joseph Ratzingerdi Vincenzo Arborea

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Un approccio teologico-fondamentale

Descrizione

Questo lavoro nasce dal desiderio di approfondire la natura della dimensione ecclesiale della fede facendo appello all’opera di due tra i principali protagonisti della riflessione teologica sulla fede e sulla Chiesa dell’ultimo secolo: Henri de Lubac e Joseph Ratzinger.
L’analisi, nella cornice tracciata dalla teologia della fede del XX secolo e dagli sviluppi dell’ecclesiologia a cavallo del Concilio Vaticano II, ha come punto di osservazione la condizione del credente nella sua appartenenza alla Chiesa e nella sua relazione con Dio.
L’obbedienza della fede, risposta libera e consapevole dell’uomo a Dio che si rivela in Cristo, si articola nell’equilibrio di un aspetto personale-individuale e di uno comunitario-ecclesiale. Il cristiano pronuncia Io credo con la Chiesa e nella Chiesa: Noi crediamo. Marcare la sola dimensione personale della fede può condurre a un individualismo che riduce la Chiesa a semplice raggruppamento di singoli soggetti, privandola della sua profonda unità di popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito. Sottolineare la sola dimensione comunitaria può mettere in ombra la fede come risposta personale che nasce nell’incontro con Cristo. Il contenuto oggettivo della fede è parte della posta in gioco tra queste due polarità.
Henri de Lubac e Joseph Ratzinger, con metodologie e stili differenti, hanno inteso la riflessione teologica secondo la concezione sinfonica dei Padri. La lettura parallela dei due autori fa emergere una visione d’insieme sulla relazione tra fede e Chiesa che unisce in una sintesi armonica le prospettive della teologia fondamentale, dell’ecclesiologia e della teologia sacramentale. La Chiesa, “luogo” dell’eccedenza e della trascendenza del mistero di Dio che si dona all’umanità in Cristo, rende la fede necessariamente ecclesiale e ne definisce la dinamica con la ragione e con le religioni.

Vincenzo Arborea (1970), dopo la laurea in ingegneria elettronica conseguita al Politecnico di Milano (1994), è stato Direttore nelle Residenze Universitarie della Fondazione Rui (1993-2012). Dal 2008 al 2012 ha ricoperto l’incarico di Responsabile della Formazione della Fondazione Rui. Ha conseguito nel 2014 la licenza e nel 2018 il dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). È stato membro del Comitato Direttivo del Centro di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede. Con Giuseppe Scaratti e Maria Cinque ha curato il volume Pratiche di valutazione formativa. Il caso Fondazione Rui (Milano 2015). Insieme a Luca Arcangeli ha curato il volume Scienza e visioni del mondo. Contributi in occasione dei 400 anni della Lettera di Galileo a Maria Cristina di Lorena (Roma 2017).

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Descrizione

Questo lavoro nasce dal desiderio di approfondire la natura della dimensione ecclesiale della fede facendo appello all’opera di due tra i principali protagonisti della riflessione teologica sulla fede e sulla Chiesa dell’ultimo secolo: Henri de Lubac e Joseph Ratzinger. L’analisi, nella cornice tracciata dalla teologia della fede del XX secolo e dagli sviluppi dell’ecclesiologia a cavallo del Concilio Vaticano II, ha come punto di osservazione la condizione del credente nella sua appartenenza alla Chiesa e nella sua relazione con Dio. L’obbedienza della fede, risposta libera e consapevole dell’uomo a Dio che si rivela in Cristo, si articola nell’equilibrio di un aspetto personale-individuale e di uno comunitario-ecclesiale. Il cristiano pronuncia Io credo con la Chiesa e nella Chiesa: Noi crediamo. Marcare la sola dimensione personale della fede può condurre a un individualismo che riduce la Chiesa a semplice raggruppamento di singoli soggetti, privandola della sua profonda unità di popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito. Sottolineare la sola dimensione comunitaria può mettere in ombra la fede come risposta personale che nasce nell’incontro con Cristo. Il contenuto oggettivo della fede è parte della posta in gioco tra queste due polarità. Henri de Lubac e Joseph Ratzinger, con metodologie e stili differenti, hanno inteso la riflessione teologica secondo la concezione sinfonica dei Padri. La lettura parallela dei due autori fa emergere una visione d’insieme sulla relazione tra fede e Chiesa che unisce in una sintesi armonica le prospettive della teologia fondamentale, dell’ecclesiologia e della teologia sacramentale. La Chiesa, “luogo” dell’eccedenza e della trascendenza del mistero di Dio che si dona all’umanità in Cristo, rende la fede necessariamente ecclesiale e ne definisce la dinamica con la ragione e con le religioni. Vincenzo Arborea (1970), dopo la laurea in ingegneria elettronica conseguita al Politecnico di Milano (1994), è stato Direttore nelle Residenze Universitarie della Fondazione Rui (1993-2012). Dal 2008 al 2012 ha ricoperto l’incarico di Responsabile della Formazione della Fondazione Rui. Ha conseguito nel 2014 la licenza e nel 2018 il dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). È stato membro del Comitato Direttivo del Centro di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede. Con Giuseppe Scaratti e Maria Cinque ha curato il volume Pratiche di valutazione formativa. Il caso Fondazione Rui (Milano 2015). Insieme a Luca Arcangeli ha curato il volume Scienza e visioni del mondo. Contributi in occasione dei 400 anni della Lettera di Galileo a Maria Cristina di Lorena (Roma 2017).

Informazioni aggiuntive

Autore: Vincenzo Arborea EAN/ISB:
Editore: EDUSC Protezione: acs4 |
Formati disponibili: pdf Pagine versione cartacea: 727
Lingua: it Estratto: Leggi

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Informazioni sull'autore

Vincenzo Arborea
Vincenzo Arborea (1970), dopo la laurea in ingegneria elettronica conseguita al Politecnico di Milano (1994), è stato Direttore nelle Residenze Universitarie della Fondazione Rui (1993-2012). Dal 2008 al 2012 ha ricoperto l’incarico di Responsabile della Formazione della Fondazione Rui. Ha conseguito nel 2014 la licenza e nel 2018 il dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). È stato membro del Comitato Direttivo del Centro di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede. Con Giuseppe Scaratti e Maria Cinque ha curato il volume Pratiche di valutazione formativa. Il caso Fondazione Rui (Milano 2015). Insieme a Luca Arcangeli ha curato il volume Scienza e visioni del mondo. Contributi in occasione dei 400 anni della Lettera di Galileo a Maria Cristina di Lorena (Roma 2017).

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