Pietra e intonacodi Fernanda Cantone

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Stone and plaster

Descrizione

facing english text

La straordinaria capacità dell’uomo di innovarsi è evidente nelle forme dei beni edilizi, frutto dell’evoluzione di idee, concezioni, modi di vita. Essi acquistano forza in quanto materia e volumi esistenti, le superfici esterne, emblema del trascorrere del tempo e insieme visibile delle vicende umane, esprimono l’essere state rovine e portano orgogliose i segni del passato. L’intervento sulle superfici esterne comporta non solo di addomesticare lo spazio, ma di preservare un luogo vivibile e fruibile, di difendere il tempo e i suoi valori, di mantenere vivo ciò che il bene edilizio ha espresso; l’intento è avvalersi di raziocinio, ma anche di sensibilità e passione per ciò che l’edificio ha rappresentato nel passato. Lo strumento utilizzato è un osservatorio i cui scopo è percepire le condizioni di stato delle superfici esterne, osservare fenomeni ed effetti, esiti di tentativi di riqualificazione e recupero, indagare sulla loro collocazione all’interno del processo edilizio. L’attenzione si punta più sulle differenze che sulle analogie: l’osservatorio mette in luce incompatibilità, stati irreversibili, difformità, errori progettuali, tecnologici e funzionali. Gli esiti di questo osservatorio hanno portato ad applicarlo su un centro urbano di particolare consistenza materica e formale: Ortigia. Ortigia ha la caratteristica affascinante di portare sulle sue superfici le tracce di eventi, dominazioni, culture. Gli ambienti urbani, le piazze, gli spazi aperti, i lungomare caratterizzano l’edificato e lo definiscono attraverso la materia che appare: la superficie esterna, fatta di pietra e intonaco. Attraverso questi due elementi e con il contributo della luce e della modellazione dello spazio architettonico emergono scorci e prospettive fantastiche. L’immagine e la percezione dei caratteri di Ortigia sono, oggi, quelle di un centro urbano ri-tinteggiato o abbandonato, con pietra e intonaco ri-puliti eccessivamente o fortemente connotati dal degrado. “Troppo nuovo” e “troppo vecchio”, elementi caratterizzanti parti diverse della città, si trovano a coesistere nello stesso aggregato urbano dove non si percepisce più il senso della storia, dei valori, dell’identità. L’osservatorio mira a rendere palesi i caratteri delle superfici, a validarne i significato materici e formali, a monitorare il passare del tempo sulla materia.

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Descrizione

facing english text La straordinaria capacità dell'uomo di innovarsi è evidente nelle forme dei beni edilizi, frutto dell'evoluzione di idee, concezioni, modi di vita. Essi acquistano forza in quanto materia e volumi esistenti, le superfici esterne, emblema del trascorrere del tempo e insieme visibile delle vicende umane, esprimono l'essere state rovine e portano orgogliose i segni del passato. L'intervento sulle superfici esterne comporta non solo di addomesticare lo spazio, ma di preservare un luogo vivibile e fruibile, di difendere il tempo e i suoi valori, di mantenere vivo ciò che il bene edilizio ha espresso; l'intento è avvalersi di raziocinio, ma anche di sensibilità e passione per ciò che l'edificio ha rappresentato nel passato. Lo strumento utilizzato è un osservatorio i cui scopo è percepire le condizioni di stato delle superfici esterne, osservare fenomeni ed effetti, esiti di tentativi di riqualificazione e recupero, indagare sulla loro collocazione all'interno del processo edilizio. L'attenzione si punta più sulle differenze che sulle analogie: l'osservatorio mette in luce incompatibilità, stati irreversibili, difformità, errori progettuali, tecnologici e funzionali. Gli esiti di questo osservatorio hanno portato ad applicarlo su un centro urbano di particolare consistenza materica e formale: Ortigia. Ortigia ha la caratteristica affascinante di portare sulle sue superfici le tracce di eventi, dominazioni, culture. Gli ambienti urbani, le piazze, gli spazi aperti, i lungomare caratterizzano l'edificato e lo definiscono attraverso la materia che appare: la superficie esterna, fatta di pietra e intonaco. Attraverso questi due elementi e con il contributo della luce e della modellazione dello spazio architettonico emergono scorci e prospettive fantastiche. L'immagine e la percezione dei caratteri di Ortigia sono, oggi, quelle di un centro urbano ri-tinteggiato o abbandonato, con pietra e intonaco ri-puliti eccessivamente o fortemente connotati dal degrado. “Troppo nuovo” e “troppo vecchio”, elementi caratterizzanti parti diverse della città, si trovano a coesistere nello stesso aggregato urbano dove non si percepisce più il senso della storia, dei valori, dell'identità. L'osservatorio mira a rendere palesi i caratteri delle superfici, a validarne i significato materici e formali, a monitorare il passare del tempo sulla materia.

Informazioni aggiuntive

Autore: Fernanda Cantone EAN/ISB: 9788849225006
Editore: Gangemi Editore Protezione: acs4 |
Formati disponibili: epub, pdf Pagine versione cartacea: 194
Lingua: it Estratto: Leggi

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