L’uomo che inventò i vaccinidi Roberto Volpi

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Storia di Eusebio Valli, avventuroso inventore e sperimentatore di vaccini a cavallo tra Sette e Ottocento

Descrizione

Eusebio Valli (1755-1816) girò mezzo mondo con l’idea di salvare gli uomini dalle terribili malattie del suo tempo grazie ai vaccini. Di lui però non resta che un’impronta evanescente nella storia della medicina. Strano e immeritato destino per il primo medico che, generalizzando la scoperta di Edward Jenner (l’inglese a cui si deve il vaccino contro il vaiolo), formulò il principio secondo il quale si può immunizzare da una malattia contagiosa iniettando la stessa «materia» responsabile dell’infezione ma debitamente attenuata. In tal modo si provocherà una forma blanda della patologia della quale il sistema immunitario serberà memoria, preservandoci dalla sua forma severa.
Riscoperto decenni dopo la sua morte a L’Avana, dov’era andato per curare la febbre gialla, il pisano finì in una disputa nazionalistica, più che medica e scientifica, quando si trattò di contrastare, da parte italiana, il successo di Pasteur contro la rabbia rivendicando al Valli la priorità della scoperta del vaccino contro questa malattia. Disputa impari, dalla quale, col suo rozzo e pochissimo sperimentato preparato, il Valli non poteva che uscire sconfitto, anche se aveva anticipato il francese di ben ottant’anni.
Sarà però bene, e giusto, rendere a Valli quello che è suo, specialmente oggi quando di vaccini si torna a parlare in modo spesso superficiale e poco informato.

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Eusebio Valli (1755-1816) girò mezzo mondo con l'idea di salvare gli uomini dalle terribili malattie del suo tempo grazie ai vaccini. Di lui però non resta che un'impronta evanescente nella storia della medicina. Strano e immeritato destino per il primo medico che, generalizzando la scoperta di Edward Jenner (l'inglese a cui si deve il vaccino contro il vaiolo), formulò il principio secondo il quale si può immunizzare da una malattia contagiosa iniettando la stessa «materia» responsabile dell'infezione ma debitamente attenuata. In tal modo si provocherà una forma blanda della patologia della quale il sistema immunitario serberà memoria, preservandoci dalla sua forma severa. Riscoperto decenni dopo la sua morte a L'Avana, dov'era andato per curare la febbre gialla, il pisano finì in una disputa nazionalistica, più che medica e scientifica, quando si trattò di contrastare, da parte italiana, il successo di Pasteur contro la rabbia rivendicando al Valli la priorità della scoperta del vaccino contro questa malattia. Disputa impari, dalla quale, col suo rozzo e pochissimo sperimentato preparato, il Valli non poteva che uscire sconfitto, anche se aveva anticipato il francese di ben ottant'anni. Sarà però bene, e giusto, rendere a Valli quello che è suo, specialmente oggi quando di vaccini si torna a parlare in modo spesso superficiale e poco informato.

Informazioni aggiuntive

Autore: Roberto Volpi EAN/ISB: 9788867087631
Editore: Lindau Protezione: acs4 |
Formati disponibili: epub, pdf Pagine versione cartacea: 163
Lingua: it Estratto: Leggi

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Informazioni sull'autore

Roberto Volpi
Roberto Volpi è uno statistico. Ha diretto uffici pubblici di statistica e pubblicato molti saggi, tra cui, per i nostri tipi, Il sesso spuntato. Il crepuscolo della riproduzione sessuale in Occidente. È da anni una firma del «Foglio».

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