Lettere luteranedi Pier Paolo Pasolini

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La «mutazione antropologica», il grande tema delle Lettere luterane, ci appare oggi un nodo su cui è obbligatorio riflettere: trentacinque anni fa era il rovello di un intellettuale lucidissimo e isolato […]. Ci appare oggi evidente anche un perno centrale del ragionamento di Pasolini: l’impossibilità di «separare i fenomeni». L’impossibilità cioè di analizzare il Palazzo senza tener conto che «un Paese di cinquanta milioni di abitanti sta subendo la più profonda mutazione culturale della sua storia». Da questo rischio Pasolini metteva in guardia con forza, eppure la sua metafora fu assunta allora – e diventò linguaggio comune – proprio prescindendo da quella decisiva consapevolezza. Così avvenne anche più tardi, nella profondissima crisi dei primi anni Novanta. Si diffuse allora l’illusione che bastasse demolire il vecchio, davvero putrido Palazzo per liberare le energie di una virtuosa società civile: si basarono su questo molte euforiche attese di una salvifica Seconda Repubblica. E molti disastri. (Guido Crainz)

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La «mutazione antropologica», il grande tema delle Lettere luterane, ci appare oggi un nodo su cui è obbligatorio riflettere: trentacinque anni fa era il rovello di un intellettuale lucidissimo e isolato [...]. Ci appare oggi evidente anche un perno centrale del ragionamento di Pasolini: l’impossibilità di «separare i fenomeni». L’impossibilità cioè di analizzare il Palazzo senza tener conto che «un Paese di cinquanta milioni di abitanti sta subendo la più profonda mutazione culturale della sua storia». Da questo rischio Pasolini metteva in guardia con forza, eppure la sua metafora fu assunta allora – e diventò linguaggio comune – proprio prescindendo da quella decisiva consapevolezza. Così avvenne anche più tardi, nella profondissima crisi dei primi anni Novanta. Si diffuse allora l’illusione che bastasse demolire il vecchio, davvero putrido Palazzo per liberare le energie di una virtuosa società civile: si basarono su questo molte euforiche attese di una salvifica Seconda Repubblica. E molti disastri. (Guido Crainz)

Informazioni aggiuntive

Autore: Pier Paolo Pasolini EAN/ISB: 9788811697084
Editore: Garzanti Protezione: acs4 |
Formati disponibili: epub Pagine versione cartacea: 230
Lingua: it Estratto: Leggi

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Informazioni sull'autore

Pier Paolo Pasolini
Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa in Friuli. Sin da giovane, inizia a scrivere poesie, alternando testi in italiano e in friulano. Nel 1942 esce il suo primo libro Poesie a Casarsa. Nel corso della sua vita l’attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita. Parallelamente, entra nel mondo cinematografico come collaboratore di Fellini e di Bolognini. Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. Nel 1973 inizia la collaborazione al «Corriere della Sera». In una serie di articoli – pubblicati successivamente nei volumi Scritti corsari (1975) e Lettere luterane (postumo, 1976) – lo scrittore affronta le scottanti questioni dell’Italia contemporanea. La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini muore assassinato all’Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.

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