L’amore è pericoloso?di Luciano Sesta

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L’eros cristiano fra celibato e matrimonio

Descrizione

Se ci si lega per tutta la vita a una sola persona, si potranno ancora gustare le più intense gioie dell’amore? Il vero amore non è forse per definizione “extraconiugale”? Queste domande, che potremmo attribuire a un libertino impertinente o a una lettrice di romanzi rosa, esprimono una perplessità originariamente cristiana. A vedere nell’amore matrimoniale un ripiego che sarebbe preferibile evitare è infatti non solo chi si abbandona ai piaceri di Venere nella promiscuità sessuale, ma anche chi si dedica esclusivamente a Dio nel celibato e nella verginità. Nella convinzione che l’amore casto per Dio sia la forma più elevata di amore, il primo teologo del cristianesimo, Paolo di Tarso, raccomanda non a caso di “non sposarsi”, rivelando le insospettabili radici cristiane della concezione romantica del matrimonio inteso come “tomba dell’amore”. Si spiega così come mai la tradizione cristiana abbia sempre considerato l’eros una forma doppiamente “pericolosa” di amore, che minaccia non solo la castità abbracciata da celibi e vergini, ma anche la fedeltà richiesta agli sposi. Proponendo un ripensamento di questo assunto, l’Autore restituisce all’amore umano la centralità che tutti spontaneamente gli riconosciamo, liberando la sua componente erotica da quell’evidente svalutazione che, nella storia della Chiesa, ha indotto a presentare la decisione di rinunciarvi come più meritoria di quella di sposarsi.

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Se ci si lega per tutta la vita a una sola persona, si potranno ancora gustare le più intense gioie dell’amore? Il vero amore non è forse per definizione "extraconiugale"? Queste domande, che potremmo attribuire a un libertino impertinente o a una lettrice di romanzi rosa, esprimono una perplessità originariamente cristiana. A vedere nell'amore matrimoniale un ripiego che sarebbe preferibile evitare è infatti non solo chi si abbandona ai piaceri di Venere nella promiscuità sessuale, ma anche chi si dedica esclusivamente a Dio nel celibato e nella verginità. Nella convinzione che l’amore casto per Dio sia la forma più elevata di amore, il primo teologo del cristianesimo, Paolo di Tarso, raccomanda non a caso di "non sposarsi", rivelando le insospettabili radici cristiane della concezione romantica del matrimonio inteso come "tomba dell’amore". Si spiega così come mai la tradizione cristiana abbia sempre considerato l’eros una forma doppiamente "pericolosa" di amore, che minaccia non solo la castità abbracciata da celibi e vergini, ma anche la fedeltà richiesta agli sposi. Proponendo un ripensamento di questo assunto, l’Autore restituisce all'amore umano la centralità che tutti spontaneamente gli riconosciamo, liberando la sua componente erotica da quell'evidente svalutazione che, nella storia della Chiesa, ha indotto a presentare la decisione di rinunciarvi come più meritoria di quella di sposarsi.

Informazioni aggiuntive

Autore: Luciano Sesta EAN/ISB:
Editore: il pozzo di giacobbe Protezione: acs4 |
Formati disponibili: epub Pagine versione cartacea:
Lingua: it Estratto: Leggi

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Informazioni sull'autore

Luciano Sesta
Luciano Sesta insegna Filosofia e Storia nei licei statali ed è docente a contratto di Filosofia Morale e di Bioetica presso l’Università di Palermo. Svolge lezioni di Etica medica presso i Master in Cure Palliative e in Discipline Medico-Legali del Policlinico Universitario di Palermo, co-dirige la rivista "Studium Philosophicum" e fa parte del comitato di redazione delle riviste "Anthropologica", "Bioethos" e "Filosofia e teologia". Ha pubblicato numerosi saggi su riviste specializzate nazionali e internazionali. Fra le sue più recenti pubblicazioni: Ars curandi. Prospettive di filosofia della medicina (Roma 2011); La città di Antigone. Etica, diritto naturale e persona in R. Spaemann (Napoli 2015); La filosofia e le chiavi della prigione. Dal nostro o arbitrio e imputabilità fra neuroscienze e diritto, in Aa.Vv. Il campo della metafisica (Palermo 2017); L’imperativo gentile. Un contributo al dibattito su Amoris Laetitia (Bologna 2018); Bioethical Aspects of Post-mortem Imaging, in Aa.Vv., Radiology in Forensic Medicine (New York 2018) e L’eros che non c’è. Meraviglie e contraddizioni dell’amore (Milano 2020).

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