Il patto

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La trattativa tra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato

Descrizione

«Una lettura da non perdere, parola di libraio. Ha il rigore dei reportage e si legge come un romanzo. Come dice nella prefazione Marco Travaglio, basta mettere in fila i fatti e chiunque può rendersi conto che molte imprese attribuite a Cosa nostra avevano in realtà altri mandanti.»
Corriere della Sera – Romano Montoni

Il libro che per primo ha raccontato la Trattativa Stato-mafia

“Una lettura da non perdere, parola di libraio. Ha il rigore dei reportage e si legge come un romanzo. Come dice nella prefazione Marco Travaglio, basta mettere in fila i fatti e chiunque può rendersi conto che molte imprese attribuite a Cosa nostra avevano in realtà altri mandanti”
Romano Montoni, “Corriere della Sera”

Molti attentati addebitati a Cosa Nostra non sono stati commessi da noi ma dallo Stato. Voi lo sapete benissimo.
Luigi Ilardo, l’infiltrato. Le sue rivelazioni sono alla base del processo in corso a Palermo a carico dell’ex capo del Sisde e del Ros, generale Mario Mori, per la mancata cattura di Provenzano nel 1995

Sembra un film ma è una storia vera, e inedita, di cui pochissimo si è scritto e parlato. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi e all’inizio della Seconda repubblica. Un uomo d’onore al servizio dello Stato. Oggi le rivelazioni di Ilardo – raccolte dal colonnello Michele Riccio – sono alla base di un processo in corso a Palermo che vede come principale imputato il generale Mario Mori. Ilardo parla di patti e di arresti di capimafia (“In Sicilia i capi o muoiono o si vendono”). Fa i nomi. Cita Marcello Dell’Utri: “un esponente insospettabile di alto livello appartenente all’entourage di Berlusconi”. Sembra una storia sudamericana, ma accade in Italia. Meno di venti anni fa. E oggi, dopo le rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino, molti all’improvviso parlano. Ilardo nel 1994 nessuno lo ascolta – a parte il colonnello Riccio, che registra tutto. Ed è incredibile perché proprio l’infiltrato porterà gli uomini del Ros nel casolare di Provenzano. Perché il boss non fu arrestato? Dice Mori ai magistrati di Palermo: “Non ricordo… tenga presente che io ero responsabile di una struttura quindi avevo una serie di problematiche…”. E il suo vice Mario Obinu: “Abbiamo localizzato il casale… (va considerata) la difficoltà tecnica di entrare, in quanto era costantemente occupato da pastori, mucche e pecore”. Risultato? Provenzano continuerà a trattare con i nuovi referenti politici della Seconda repubblica. E Ilardo sarà ammazzato dalla mafia nel 1996, pochi giorni prima di diventare ufficialmente pentito. Oggi si parla di misteri e ombre dietro le trattative tra Stato e mafia. Ma non ci sono né misteri né ombre. Basta mettere in fila i fatti, come fanno gli autori in questo libro. Basta ascoltare Ilardo (ci sono i nastri con la sua voce). È difficile da credere ma è tutto clamorosamente chiaro.

Nicola Biondo, ha scritto reportage e inchieste per “Avvenimenti”, “La Stampa”, “L’Unità” e ha collaborato con Blu Notte di Carlo Lucarelli. Per Chiarelettere ha scritto Alkamar (con Giuseppe Gulotta, 2013).
Sigfrido Ranucci, tra i più noti e premiati giornalisti d’inchiesta italiani, dal dicembre 2016 è conduttore del programma Rai Report.

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«Una lettura da non perdere, parola di libraio. Ha il rigore dei reportage e si legge come un romanzo. Come dice nella prefazione Marco Travaglio, basta mettere in fila i fatti e chiunque può rendersi conto che molte imprese attribuite a Cosa nostra avevano in realtà altri mandanti.»
Corriere della Sera - Romano Montoni

Il libro che per primo ha raccontato la Trattativa Stato-mafia

“Una lettura da non perdere, parola di libraio. Ha il rigore dei reportage e si legge come un romanzo. Come dice nella prefazione Marco Travaglio, basta mettere in fila i fatti e chiunque può rendersi conto che molte imprese attribuite a Cosa nostra avevano in realtà altri mandanti”
Romano Montoni, “Corriere della Sera”

Molti attentati addebitati a Cosa Nostra non sono stati commessi da noi ma dallo Stato. Voi lo sapete benissimo.
Luigi Ilardo, l’infiltrato. Le sue rivelazioni sono alla base del processo in corso a Palermo a carico dell’ex capo del Sisde e del Ros, generale Mario Mori, per la mancata cattura di Provenzano nel 1995


Sembra un film ma è una storia vera, e inedita, di cui pochissimo si è scritto e parlato. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi e all’inizio della Seconda repubblica. Un uomo d’onore al servizio dello Stato. Oggi le rivelazioni di Ilardo – raccolte dal colonnello Michele Riccio – sono alla base di un processo in corso a Palermo che vede come principale imputato il generale Mario Mori. Ilardo parla di patti e di arresti di capimafia (“In Sicilia i capi o muoiono o si vendono”). Fa i nomi. Cita Marcello Dell’Utri: “un esponente insospettabile di alto livello appartenente all’entourage di Berlusconi”. Sembra una storia sudamericana, ma accade in Italia. Meno di venti anni fa. E oggi, dopo le rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino, molti all’improvviso parlano. Ilardo nel 1994 nessuno lo ascolta – a parte il colonnello Riccio, che registra tutto. Ed è incredibile perché proprio l’infiltrato porterà gli uomini del Ros nel casolare di Provenzano. Perché il boss non fu arrestato? Dice Mori ai magistrati di Palermo: “Non ricordo… tenga presente che io ero responsabile di una struttura quindi avevo una serie di problematiche…”. E il suo vice Mario Obinu: “Abbiamo localizzato il casale… (va considerata) la difficoltà tecnica di entrare, in quanto era costantemente occupato da pastori, mucche e pecore”. Risultato? Provenzano continuerà a trattare con i nuovi referenti politici della Seconda repubblica. E Ilardo sarà ammazzato dalla mafia nel 1996, pochi giorni prima di diventare ufficialmente pentito. Oggi si parla di misteri e ombre dietro le trattative tra Stato e mafia. Ma non ci sono né misteri né ombre. Basta mettere in fila i fatti, come fanno gli autori in questo libro. Basta ascoltare Ilardo (ci sono i nastri con la sua voce). È difficile da credere ma è tutto clamorosamente chiaro.


Nicola Biondo, ha scritto reportage e inchieste per “Avvenimenti”, “La Stampa”, “L’Unità” e ha collaborato con Blu Notte di Carlo Lucarelli. Per Chiarelettere ha scritto Alkamar (con Giuseppe Gulotta, 2013).
Sigfrido Ranucci, tra i più noti e premiati giornalisti d’inchiesta italiani, dal dicembre 2016 è conduttore del programma Rai Report.

Informazioni aggiuntive

Autore: EAN/ISB: 9788861900745
Editore: Chiarelettere Protezione: acs4 |
Formati disponibili: epub, pdf Pagine versione cartacea: 368
Lingua: it Estratto: Leggi

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