Donna Brigantia e altre storiedi Rocco Familiari

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Descrizione

«Il nome, Firmato, gli era toccato in sorte alla fine della Grande guerra, a lui come a tanti altri neonati di famiglie contadine analfabete, le quali interpretarono il “Firmato Diaz” del bollettino della vittoria come nome e cognome del generale che aveva condotto le operazioni militari. Il soprannome invece se l’era guadagnato da solo, appena venuto fuori dal ventre materno.»
Chi sono Arzabandera, Donna Brigantia, il Lupo e Giuditta? Nomi, soprannomi, ma soprattutto caratteri. C’è chi è buono, chi se ne approfitta, chi ha una caratteristica fisica che, in fondo, è una virtù morale, o un difetto. Tutti abitano in un paesino calabrese, tutti sono usciti – se addirittura non l’hanno fatta – dalla guerra. Le loro vite, segnate – alleggerite o aggravate – dal destino del soprannome, si intrecciano le une con le altre così come le ossa dei loro avi si avvinghiano alle radici dell’edera sotto le mura del camposanto. Queste storie sono una galleria di persone e cose, un affresco del dopoguerra nel Sud Italia, il racconto incantato di un tempo perduto che permane intatto e vivido nel ricordo.
Con una scrittura energica e ironica, erotica e colta, Rocco Familiari compone il suo personale Spoon River, dove il paese stesso, oltre ai suoi abitanti, è un personaggio al quale chi legge si affeziona.

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«Il nome, Firmato, gli era toccato in sorte alla fine della Grande guerra, a lui come a tanti altri neonati di famiglie contadine analfabete, le quali interpretarono il “Firmato Diaz” del bollettino della vittoria come nome e cognome del generale che aveva condotto le operazioni militari. Il soprannome invece se l’era guadagnato da solo, appena venuto fuori dal ventre materno.» Chi sono Arzabandera, Donna Brigantia, il Lupo e Giuditta? Nomi, soprannomi, ma soprattutto caratteri. C’è chi è buono, chi se ne approfitta, chi ha una caratteristica fisica che, in fondo, è una virtù morale, o un difetto. Tutti abitano in un paesino calabrese, tutti sono usciti – se addirittura non l’hanno fatta – dalla guerra. Le loro vite, segnate – alleggerite o aggravate – dal destino del soprannome, si intrecciano le une con le altre così come le ossa dei loro avi si avvinghiano alle radici dell’edera sotto le mura del camposanto. Queste storie sono una galleria di persone e cose, un affresco del dopoguerra nel Sud Italia, il racconto incantato di un tempo perduto che permane intatto e vivido nel ricordo. Con una scrittura energica e ironica, erotica e colta, Rocco Familiari compone il suo personale Spoon River, dove il paese stesso, oltre ai suoi abitanti, è un personaggio al quale chi legge si affeziona.

Informazioni aggiuntive

Autore: Rocco Familiari EAN/ISB: 9788829702558
Editore: Marsilio Protezione: none | acs4 |
Formati disponibili: epub Pagine versione cartacea: 256
Lingua: it Estratto: Leggi

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Informazioni sull'autore

Rocco Familiari
ROCCO FAMILIARI è scrittore e drammaturgo, fondatore, nel 1976, del Festival Internazionale del Teatro di Taormina, che ha diretto fino al 1980. Per Marsilio ha pubblicato: L’odore (2006, Prix du Premier Roman, Premio Padula), Il sole nero (2007, Premio Siderno; da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Krzysztof Zanussi, con Valeria Golino, Kaspar Capparoni, Remo Girone), Il ragazzo che lanciava messaggi nella bottiglia (2011, Premio Joyce Lussu), Il nodo di Tyrone (2014), Per interposta persona (2017). Nel 2010, per la Biblioteca Novecento di Marsilio ha tradotto Il diavolo in corpo di Raymond Radiguet. Le opere teatrali e i saggi di drammaturgia sono raccolti nel volume Teatro (Gangemi editore 2008). Nel 2017 è uscita una sua traduzione integrale con commento critico del Woyzeck di Büchner per la collana di Studi di Teatro contemporaneo e Cinema, edita da Pagine.

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